Alle 21 del 6 maggio 1976, una scossa di magnitudo 6.4 devastò il Friuli, cambiando per sempre la storia della regione. Gemona, Venzone, Osoppo, Majano e molti altri comuni subirono gravi danni, con quasi mille vittime e oltre 3.000 feriti. La sola Gemona contò 400 morti. Seguirono numerose repliche, tra cui quella del 15 settembre, che aggravò la situazione.
A 49 anni di distanza, il ricordo dell’Orcolat, figura mitica friulana associata ai terremoti, resta centrale nella memoria collettiva. Il Friuli, già segnato da povertà e guerre, trovò la forza di reagire e ricostruire. Questa rinascita, nota come “modello Friuli”, fu possibile grazie alla collaborazione tra istituzioni, imprenditori, chiesa e società civile, e accelerò la modernizzazione della regione.
La solidarietà arrivò da tutta Italia e dall’estero. Sotto la guida di Giuseppe Zamberletti, nacque la Protezione Civile italiana. Oggi, mostre ed eventi ricordano quella tragedia, con l’obiettivo di non dimenticare e trasmettere il valore della ricostruzione alle nuove generazioni.